Scopri il bilancio di Sostenibilità 2020 del Gruppo Acea in versione navigabile.

Area Idrica

Area Idrica

Perimetro di riferimento

Il perimetro di riferimento include le società Acea Ato 2, Acea Ato 5, Gori, AdF e Gesesa. Acque, Publiacqua e Umbra Acque, società idriche non incluse nel perimetro della Dichiarazione consolidata non finanziaria (ai sensi del D. Lgs. n. 254/2016), sono state inserite solo nel perimetro di rendicontazione dei grafici idrici, con evidenza del loro contributo, ed in pochi altri dati globali (acqua immessa in rete e determinazioni analitiche).

  • Qualità acqua
  • Servizio di fognatura e sistema di depurazione

I nostri progetti

La centralizzazione degli impianti di depurazione di Acea Ato 2

Per migliorare la qualità dell’acqua depurata, Acea Ato 2 ha definito un Piano di Centralizzazione degli impianti di depurazione finalizzato a razionalizzare il servizio di depurazione centralizzando, dove sostenibile, il trattamento depurativo in un numero ristretto di impianti individuati mediante lo studio del territorio sia dal punto di vista geomorfologico che urbanistico.

Infatti, a fronte di un numero elevato di depuratori di taglia piccola e medio-piccola (127 impianti di depurazione di potenzialità inferiore a 10.000 A.E.), la copertura del servizio è garantita in massima parte dagli impianti di depurazione grandi e medio-grandi (42 impianti di depurazione di potenzialità superiore a 10.000 A.E.). Dalla data di acquisizione del Servizio Idrico Integrato (2003), sono stati già eliminati il 22% dei depuratori di piccola potenzialità. La riduzione della frammentazione a favore di impianti di dimensioni medio-grandi, accompagnata dall’integrazione dei sistemi di collettamento fognario, ha consentito un maggior controllo sull’efficacia della depurazione e contemporaneamente una ottimizzazione dei costi di gestione ed energetici.

Acea Ato 2 ha quindi redatto un piano di razionalizzazione, che tiene in aggiornamento, scegliendo caso per caso tra la centralizzazione e il potenziamento dei piccoli impianti. La soluzione ottimale dipende da molti fattori che devono essere attentamente valutati con riferimento al caso specifico, con un’ottica di valutazione dell’intero ciclo di vita di un sistema depurativo. Nel 2020 il Piano di Centralizzazione ha raggiunto l’obiettivo di ulteriori 7 impianti di depurazione minori eliminati.

Sperimentazione di Gori sull’utilizzo agronomico dei fanghi di depurazione

Nel 2020 si è svolto un lavoro sperimentale, realizzato nell’ambito di due tesi di laurea svolte presso l’impianto di depurazione di Nocera Superiore nel 2019 da studenti del dipartimento di Biologia e Chimica dell’Università di Salerno e del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che ha investigato la potenzialità di utilizzo agronomico dei fanghi di depurazione prodotti. I fanghi di depurazione dell’impianto in esame, infatti, sono caratterizzati da una significativa componente di natura vegetale, derivante dai reflui delle industrie conserviere che contengono le acque di lavaggio dei pomodori. Lo studio ha confrontato l’applicazione di compost commerciale e di fango prodotto a Nocera e ne ha valutato gli effetti sulla qualità del suolo, per verificarne il mantenimento di fertilità e funzionalità. Da questa prima verifica è risultato che l’applicazione del fango di depurazione, secondo le vigenti direttive di spandimento, non ha avuto effetti negativi in termini ecotossicologici ma ha mostrato benefici molto limitati in termini di fertilità; sono state pertanto individuate ulteriori attività sperimentali da sviluppare per una piena comprensione delle effettive potenzialità di utilizzo agronomico del fango prodotto dall’impianto di depurazione di Nocera Superiore.

Biometano in Acea Ato 2

Il progetto di Acea Ato 2 prevede la realizzazione di un comparto di up-grading (raffinazione) del biogas, costituito da una linea a membrane selettive con la capacità nominale di 230 Sm3/h e di una cabina di regolazione e misura per il controllo della qualità e della quantità del biometano prodotto. Lo scopo dell’intervento è quello di “isolare” il metano contenuto nel biogas ottimizzandone successivamente l’utilizzo. Oggi il biogas è principalmente rivolto alla produzione di calore a servizio dei digestori. Con il progetto in via di realizzazione il metano ottenuto dal processo di raffinazione verrà invece immesso nella esistente rete gas e destinato specificamente all’autotrazione tramite opportuna “certificazione” delle quantità prodotte e immesse nelle tubazioni. In tal modo si potrà beneficiare dei nuovi incentivi previsti dalla normativa in vigore, rendendo sostenibile l’ingente investimento, del valore complessivo di circa 8 milioni di euro, necessario alla realizzazione delle opere ingegneristiche.

Ciascun depuratore avrà una capacità produttiva di circa 1.300.000 Sm3 annui di biometano, e potrà beneficiare di un notevole miglioramento nella gestione del biogas prodotto insieme a tutti gli ulteriori vantaggi dal punto di vista energetico, economico ed ambientale.